sábado, 30 de agosto de 2014

Nulla può fermare Valediana...

26/08/2014 Sembrava tutto compromesso, che la vacanza fosse finita dopo quella che passerà agli annali ed alla storia come la "tragedia di Terrasini". Ed invece, come racconteremo, le avversità fanno un baffo a Valediana ed ai suoi Fissas.
Tornati a Milazzo con la coda tra le gambe e con un pezzo di musone a far compagnia al Totanic (cosi come venne rinominata la barca di un amico di Sebastiano tragicamente affondata durante una battuta di pesca a totani a largo di Milazzo), il comandante Blyth non si da per vinto.
Il mattino ha l'oro in bocca, ed alle 8 siamo già tutti in piedi ad armeggiare presso il musone. Il comandante Blyth la notte prima ha estorto un passaggio fino a Barcellona ad un collega...l'unico fra tanti che non lo manda a "vagare". Prima di partire, scolliamo una piastra di acciaio che serviva da rinforzo alla prua di Valediana e che molto probabilmente ha evitato che il morso di Moby Tonn (perchè, checchè se ne dica, sappiamo che Moby Tonn è il vero colpevole dell'incidente terrasiniano!!!) strappasse via pulpito, barbotten, salpaancora e gli immancabili ed antidiluviani boxer di Antonio stesi ad asciugare. Il pezzo viene via con facilità...3 bulloni facili da svitare e un pò di Sikaflex scaduto, rendono l'operazione una bazzecola per marinai sperimentati come il comandante Blyth, Antonio e Ciro.
Sebastiano parte per Barcellona. Il giorno prima, ancora in navigazione, aveva messo in moto la sua rete di contatti/amicizie/agganci/appoggi/conoscenze. Cosi, appena arrivato a casa, va a far visita a un personaggio mitico, un artigiano del ferro di altri tempi, di quelli con la matita sull'orecchia, lo sguardo fino e la sigaretta alla Gighen in bocca. Si tratta del grande Sebastiano Bucca, di Soluzioni Metalliche. Gli espone il problema, gli mostra la lastra di acciaio dove andrà saldata la parte spezzata da ricostruire. Il mitico Bucca da il suo responso...l'uomo del ferro, ha detto si...si può fare!!!
Nel frattempo, Antonio e Ciro restano al marina attaccati al telefono come due futuri padri in attesa di notizie dalla sala parto. Nessuno dei due fuma perche il loro vizio è ben altro...che fanno dunque??? affogano il loro nervosismo nella granita che, avidamente ed in assenza del dittatoriale Blyth, si strafogano al bar.
C'è pure tempo per rivedere una cara amica: Sara con il suo pancione e suo marito Fabio distolgono i nostri due eroi, per un momento, dalle sofferenze di Valediana.
Ma presto arriva la chiamata di Blyth!!!! Bisogna abbandonare la briosche che naufraga nella dolce granita perchè bisogna tornare correndo in barca, non prima di aver comprato un tubo si Sikaflex 290 bianco. "Seba, quanto costa 'sto Sikaflex???" "Tranquillo, 12 lemuri"...perfetto, solo per noi il prezzo è di 20 lemuri! Arriva il comandante ed il mitico Bucca. Si prendono misure, si fanno modellini su un cartoncino di merendine (rigorosamente Ferrero!) e l'allegra comitiva riparte per Barcellona.
Bucca si rinchiude nella sua fucina, come un moderno Vulcano, intento a temprare un musone capace di resistere agli attacchi del maledettissimo Moby Tonn. I tre Fissas invece, partono alla volta di casa Calderone, dove la mamma del comandante Blyth li sfama senza sosta.
Satolli come 3 maialini neri dei Nebrodi, i 3 partono alla volta di Messina, schiavizzati da Blyth che esercita, dispoticamente, il suo potere sui poveri Ciro ed Antonio. Tuttavia, prima di andare è il momento di raccogliere un 4° Fissas, il più peloso di tutti, Nando (il bassotto marinaio), che è stato sfrattato da nonna Elvira con l'accusa di volersi ingroppare la cugina tedesca più alta di lui di un metro e mezzo. C'è il tempo per visitare i genitori di Ciro.
Poi si torna a Barcellona. Il mitico Bucca manda via Whatsapp le foto della piastra in acciaio...
Il miracolo si è compiuto, alla faccia della sfiga e della sfortuna.
Ai nostri eroi Fissas, a due e quattro zampe, si aggiunge Ketty....e siamo in 6!!!
Cena a casa Luca in quel di Falcone. Antonio, come sempre, si fa riconoscere....senza pietà fa man bassa degli involtini di pollo e pancetta, del totano ripieno, della caponatina, delle patate conzate, ma grazie a Dio lo fermano mentre ha appena cominciato a rosicare il piede del tavolo.
Si torna in barca. E' la prima notte di Nando su Valediana...prima di salire fa pipì su tutte le cime di tutti gli ormeggi di tutte le barche di tutti i pontili del marina...ma risparmi le cime di Valediana...è già amore!!!

martes, 26 de agosto de 2014

Il giorno puro...3 uomini e una barca

25/08/2014. Oggi è un giorno come pochi. Di silenzi, pause di riflessione e comunione con noi stessi. Ci aspettano 16 ore di navigazione da Palermo a Milazzo. Il comandante Blyth sveglia la ciurma alle 5 del mattino. Palermo dorme ancora. Valediana la lascia come chi, silenzioso abbandona chi si è amato per solo una notte. I nostri tre uomini, piegati sulle cime, sciolgono furtivi questi ultimi vincoli d'amore. Valediana lascia così le acque immote e scure del porto, preceduta da un piccolo peschereccio. Eccola, adesso naviga in mare aperto. I nostri tre uomini a prua, sacerdoti del silenzio, celebrano il sorgere dell'alba, di un giorno nuovo che ci vede, ancora una volta, al timone del nostro destino.
Sedici ore solcando, senza sosta, il mare blu. Cattedrali dell'umano ingegno si scorgono all'orizzonte: due piattaforme petrolifere. Il comandante Blyth si ritira per il suo turno di riposo. Ciro di vedetta. Antonio di toeletta, sparisce per una mezzoretta.
Sedici lunghe ore. Il comandante Blyth riassume il comando. Adesso sono Ciro ed Antonio a conquistare il sospirato riposo. Risveglio. Pranzo frugale insieme. Il caldo è intenso.
Filiamo in mare tre lenze, tre inganni per i poveri pesci, ma quel che peschiamo è solo un ruppo da guinness dei primati. Seba si affanna per sbrogliare la matassa. Ciro ed Antonio lo guardano riluttanti porgendogli un coltello. "Seba" -dicono- "taglia tutto, quanto vuoi che costi questa lenza??!!"
Seba risponde "un centinaio di lemuri". Ed ecco i nostri Antonio e Ciro balzare sul ruppo e gridare "SCIOGLI!!!!"
Dopo ore di tira e molla, il ruppo è sconfitto, le riserve sono sciolte, i dubbi dileguati.
Il sole si placa. Le Eolie appaiono distinte all'orizzonte. Il tramonto li coglie tra Tindari e Vulcano. I nostri sacerdoti officiano l`inabissarsi del sole nel mare. Le nuvole si tingono di accese sfumature. Vulcano, benevolo li lascia passare e Milazzo, madre benigna, apre le sue braccia alla figlia Valediana.
Cala l'oscurità.
È stato un giorno, uno dei tanti, delle nostre vite.

Il giorno della bestia

24/08/2014. Valediana al molo dei traghetti turistici di Castellammare è un'autentica attrazione. Signore si affacciano, chiedono, sono incuriosite: "ma ci vuole il brevetto per portarla? (Si, signora la barca è a decollo verticale), ma c'è il bagno? (no signora, portiamo tutti i pannoloni!) È un' esperienza da provare? (si signora, anche le droghe pesanti lo sono)". Colazione con caffè e cornetti presi al bar accanto alla dogana. Cornetti buoni buoni saturi di crema. Molliamo gli ormeggi tra gli "oooohhh" di ovazione degli astanti. Rotta su Palermo per sbarcare Nico e Ketty.
Un paio di ore di navigazione e poi veniamo attratti, in ulissiaca maniera, dalle rocce colorate e dall'isolotto della fatidica cala rossa di Terrasini.
Ahi, quale nefasta decisione.
Ahi, che mala sventura ci colse.
Ahi, quale fato avverso.
Ciro filando l'ancora avverte un cattivo presagio. 30 metri di catena per 12 metri di fondale. Onda lunga. Dopo il bagno è il momento di ripartire. Issiamo il tender. Salpiamo l'ancora. Dopo 10 metri la catena si irrigidisce (siamo incagliati), un'onda lunga traditrice solleva la barca, la sposta letteralmente e, con un rumore secco, sordo e dolorosissimo trancia di netto il musone dell'ancora a dritta. I santi compresi dall'1 gennaio al 24 agosto vengono chiamati a rapporto. Sebastiano è gelido e allucinato. Nico preoccupata. Anche Ketty lo è...Non riesce a ricordare la capitale del Nepal (Katmandu) per le sue parole crociate. Il resto dell'equipaggio (Ciro e Antonio) meditano la sepoltura in mare. 17 centimetri del musone si spezzano a vanno a picco su 12 metri di fondale, ricco di posidonia e rocce. Bisogna recuperarlo. Laschiamo la catena di 10 metri e la leghiamo con una cima alla bitta. Seba prova il recupero in apnea con maschere e pinne. Al terzo tentativo desiste...Non si vede una beata mazza. Risale in barca. Armiamo l'attrezzatura da sub. Apriamo il rubinetto della bombola: È VUOTA!!!!
I santi vengono ora inquadrati in un plotone. Santo Valediano comanda il picchetto e presenta la forza. Non manca nessuno.
Da lontano si scorge un gommone con la bandiera da sub. Antonio e Ciro in tender corrono da lui...dapprima per chiedergli asilo, poi aiuto. È un sub apneista, feng-shui, devoto a Visnu. Nel breve tratto fino alla barca ci ammorba con le sue teorie circa la meditazione e il rilassamento. Poi ci propizia i suoi consigli in merito agli ormeggi con l'ancora. "Ragazzi, la catena va lanciata su un fondale che potete raggiungere in apnea, e comunque su 10 metri di profondità, bastano 10 metri di catena!!!" Al cospetto di cotanta saggezza assentiamo, memori del detto per cui ai pazzi va data sempre la ragione.
Anche lui dopo qualche tentativo desiste...il musone resta in quel di Terrasini. Mettiamo in sicurezza l'ancora e ripartiamo con la morte nel cuore. La vacanza è compromessa. Saltano le Eolie...forse.
Nel tragitto fino a Palermo si medita circa i possibili modi di riparare il danno. Siamo già a Palermo. Ormeggio a La Cala davanti a Santa Maria della Catena (dell'ancora???!!!). Antonio è, come spesso accade, vittima di un'attacco della conosciutissima sindrome di Stendhal. Immediatamente vuole andare a visitare la Chiesa. Tra le molte opere d'arte, rimane affascinato da alcune stufe a gas del tardo novecento. Ci accolgono Sebastiano e Angela. Doccia, spaghetti aglio e olio, e siamo pronti per accompagnare Nicoletta e Ketty al bus per l'aeroporto. Altre due Fissas che se ne vanno. Questo stillicidio...questa emorragia di Fissas è insopportabile. Pur giunta Nichi torna in quel di Cordoba, "donde nunca sabe a sal la piel y la lluvia que a veces te besa", come canta Ismael Serrano. Chi resta fa un rapido giro di Palermo, con aperitivo e pizza dai Beati Paoli. La sera cala sugli affranti tre Fissas superstiti. Ciro e Antonio trovano però la forza per una visita notturna alla cattedrale. Alle due sono sotto coperta pure loro.
Il giorno della bestia si è concluso.

Da Marettimo a Castellammare

23/08/2014
Stanotte si è ballato un sacco. Tocca svegliarsi presto. L'appuntamento è alle 7 del mattino con Nino e i suoi sceccarelli. Da vero fissa, Antonio non partecipa alla gita e resta a bordo.
Nico, Ketty, Seba e Ciro raggiungono i loro rispettivi destrieri. Comincia la passeggiata in groppa a questi ciuchini che lentamente ci portano sulla parte alta dell'isola e sul versante opposto a quello del paese. Nino è simpatico con noi e severo con gli scecchi che, al minimo sgarro, ricevano "caccagnate e tumpuliate" degne di nota. Il comandante Blyth apprezza questa dimostrazione di disciplina imposta a suon di bastonate e medita di applicarla a bordo del suo Bounty...hmmm....di Valediana. Lo spettacolo è stupendo. Ci avvolge la nebbia e ci circondano i pini e la macchia mediterranea. Scorgiamo un cerbiatto. Visitiamo le antiche case romane...bellissimo!!! Antonio, fissa puzzone...potevi venirci, ma il tuo amore per Valediana è stato più forte.
A pensarci bene sei fissa anche perché nel gruppo c'è la bella Costanza, fanciulla romana de Roma, che si rattrista per il ciuchino che la scarrozza, ma che più dovrebbe rattristarsi per non aver conosciuto il nostro spaiatissimo (cioè senza fidanzata...ricordiamo che la Zacca se n'è andata) Antonio. Cerchiamo di porre rimedio con un caffè dopo la gita, chiamando Antonio affinché conosca la pulzella, ma Cupido non scocca tra i due il suo dardo fatale.
Sebastiano, dopo il caffè e dopo aver denunciato per negligenza tutti i marina dell'isola, decide di partire. Così verso le 11 scappiamo da Marettimo e dal suo fato avverso: c'è successo di tutto ma galleggiamo ancora.
Ci dirigiamo verso Castellammare del Golfo ove passeremo la notte. Il vento cala. La navigazione è tranquilla. Vengono a farci compagnia pure un gruppo di stenelle (delfini).
Il mare è piatto e sembra quasi che Valediana entri in porto in punta di piedi. Ormeggio libero sotto il castello, in testa a un molo. Valediana è il centro di attenzione di curiosi e passanti che frequentano quel posto.
Visita al paese. Carino, accogliente e movimentato.
Un panino a un pub e birrozza.
Torniamo al molo per le nanne....Valediana giace immobile sulle acque.

domingo, 24 de agosto de 2014

Marettimo...perché ci sei avversa?

"Un bicchiere alla mattina è già mezza medicina." Con questa frase babba Antonio ci da il buongiorno ogni mattina, uscendo da sotto coperta con un bicchiere d'acqua in mano (vedi foto...Non si vede il bicchiere, ma c'è!!!). Il fatto è che oggi il proverbio cambia. Siamo sempre al pontile instabile e dal 50 piedi affianco, una signora sulla quarantina spinta si piega più volte sul tavolo del pozzetto mostrando gustosa le proprie natiche ad Antonio. Così il detto lesto cambia "è bello alla mattina far colazione con la vicina a pecorina". Sono toscani, gente simpatica. Gli sguardi lascivi di Antonio, anziché catturare l'attenzione della signora di cui sopra, richiamano quella della sua amica sulla sessantina abbondante. Guardando Antonio dice "ogni anno che passa prendo 10 kg!!!" ed Antonio " beh signora, ne dimostra 35!!" Sicché il marito interviene dicendo mezzo soddisfatto "a giovine, ma che me stai a baccaglia mi moglie??". Antonio rincula.
Eh sì...é proprio un bravo ragazzo Antonio, lo dico io (Ciro), che gli voglio bene. Bravo però un po' fesso, anzi fissa!!! Dopo poco una signora di un'altra barca ha problemi a scendere sul pontile. Capirai...si muove come una giostra! Antonio con balzo felino si precipita a darle una mano. Avvicina un`asse che qualcuno aveva spostato, porge la mano alla signora e quella, scambiando il nostro eroe per un marinaio del pontile, stizzita -per non dire incazzusissima- gli grida "ma insomma, perché avete spostato questa asse, non si può scendere!!". Manco il tempo di mandarla a "vagare" che è già sparita...quella gran "bottana industriale" (Giancarlo Giannini docet!!!)
Ore 11.00. Gita in barca intorno all'Isola con quei "sautini" del marina. 20 lemuri a persona per due ore e mezza in gommonazzo con 250 cavalli...3 elefanti e 4 scimmie. Ci accompagnano altre persone, tutte molto simpatiche (tranne la coppia a poppa che non dice una parola, non si fa il bagno, non si muove neppure). Tra i nostri compagni d'avventura spicca Miriam, bella fanciulla morena, esperta più di Antonio in litofagi e animali strani, che si presta a farci foto una appresso all'altra anche quando, in preda a nipponico raptus, le chiediamo scatti nelle circostanze più insensate. Fuma (e vabbé, nessuno è perfetto!) ma per Antonio non è un gran difetto...anzi...raccoglie certosino le sue cicche in un fazzolettino e le conserva a guisa di reliquia...Non sia mai che un giorno, avendola perduta ieri, riesca a clonarla.
Visitiamo 5 o 6 grotte. In un paio facciamo il bagno. Giochi di luce e cunicoli bellissimi. E sopra pareti di roccia altissime...Marettimo merita davvero una visita...ma non con la propria barca.
Infatti, al ritorno in porto si consuma la tragedia: la poppa di Valediana è lazzariatissima. Un marinaio con la faccia e l'attitudine da cefalo lavantino ci dice ridendo che il corpo morto di prua si è spezzato. Sebastiano medita di spezzargli la schiena e di ridurre lui a corpo morto. Il danno è importante. È saltato il gelcoat e si è crepata la resina.
Il loro pressapochismo è evidente ed ha ferito Valediana. Furbi come una gallina babba, hanno pure cercato di coprire il danno con un parabordo. Seba, maestro di autocontrollo, si fa dare i dati della loro assicurazione e -per non saper leggere né scrivere (cosa grave per un avvocato!!!)- compila presso la Capitaneria di Porto una denuncia di evento straordinario: se la vedranno le assicurazioni.
Abbandoniamo il molo sautino e torniamo con Valediana verso Punta Troia e la grotta del cammello. Li ci rendiamo conto che Lindarella non ci ha abbandonato: si è trasformata in un gozzo chiamato Lady Linda condotto da un simpatico signore che pesca in piena riserva naturale...bravo!!! Rapida visita al Castello, da dove si gode di una vista spettacolare. Poi Nico, munita di VHF, decide coraggiosamente di tornare in paese a piedi, inerpicandosi per un sentiero di montagna. Rimaniamo in contatto radio con la nostra avventurosissima fissa, come se fosse Reinhold Messner alla conquista del Himalaya. Torniamo con Valediana in paese. Stanotte si dormirà al campo boe. Ma già comincia a soffiare lo scirocco. Valediana è tenuta da 4 corpi morto, ma proprio mentre ci stiamo ormeggiando, un marinaio salito a bordo, getta in mare una cima che -porca pupazza- va a attorcigliarsi intorno all'asse dell'elica. Il motore si spegne. Ciro e Seba sono già in acqua ed a turno liberano la cima. Purtroppo lo sfregamento ha provocato la rimozione della resina dalla boccola dell'asse. Sebastiano schiuma, noi altri valutiamo la opportunità di un viaggio a Lourdes. Ed invece no Marettimo, maledetta, non ci avrai!!!
In paese Seba deposita la denuncia un Capitaneria (vedi foto) poi, davanti al muretto della Chiesa pieno di ex-voto anche i Fissas invocano la protezione di Santo Valediano, patrono di tutti i Fissas.
Aperitivo in paese a base di tonno, pesce spada e vino della casa. Barcolliamo ubriachi tanto in barca si barcollia uguale...che giornata. E che notte ci aspetta!!!

viernes, 22 de agosto de 2014

Marettimo...il primo giorno...

Risveglio a Favignana. Il mattino è nebbioso e uggioso. Chissà perché. Forse un preludio di nefasti eventi...intanto la Zaccaria va a fare il biglietto. Ci accompagnerà nella traversata verso Marettimo e con lei faremo un rapido bagno vicino la punta ove si trova un castello, un tempo si dice abitato da una donzella di facili costumi: Punta Troia. Appena ancorati, veniamo avvicinati dai responsabili dell'area marina in gommone. Ci contestano di tutto: il permesso da stampare, l'ancora sulla poseidonia, l'email di conferma...i boxer fuori moda di Antonio, etc.
Torniamo in porto...è l'ora dell'addio. "E li pensai che i porti sono fatti apposta per dirsi addio...il traghetto parte piano piano, e tu hai tutto il tempo di pensare alla Zacca che ti lascia".
Antonio rimane sul molo ad attendere la partenza del tristo battello. Più tardi, tornato in barca, racconterà così gli ultimi istanti con la Zacca:
-"Sul pontile, con le gote madide di dolci lacrime, ci siamo scambiati un lunghissimo bacio. Esso conteneva tutto il profumo del mare e del mirto estivo, che tenace fiorisce sulla roccia. I gabbiani assistevano dall'alto a tale manifestazione di puro amore, e con il loro  tristo canto accompagnavano si doloroso addio. Non so dirvi quanto siamo stati abbracciati....10 minuti, 20, 30, un'ora...!!!"
-"Antonio....ma è andata veramente così???!!!", chiediamo tutti sorpresi.
-"Beh no, però la nostra è stata proprio una gran bella stretta di mano"
La Zaccaria se ne va e cominciano i guai. Seba, Ciro, Nico e Ketty rimangono in barca. Salpiamo l'ancora, ma non viene su. Tira e molla ci mettiamo mezz'ora per disincagliarla. Poteva andarci peggio...ed in effetti è sufficiente aspettare un paio d'ore.
Ci ormeggiamo nel pontile più instabile che esista. Qualsiasi peto di cefalo provoca onde degne di uno tsunami. Ci assegnano la testa del pontile lato terra. Il rollio di Valediana è impressionante. Il comandante fila due cime di poppa, più due cime diagonali. Dopo pochi minuti lo spigolo dello specchio di poppa sotto la bitta è stato limato...è saltato il gelcoat e, conseguentemente, saltano le prime bestemmie. Ci spostano sul pontile lato mare. In manovra di attracco facciamo il pelo a uno scoglio del quale nessuno ci aveva parlato. Balliamo meno impacchettati tra una serie di 50 piedi che ci circondano.
Andiamo a comprare una pizza. Li al ristorante Antonio incontra un dentice di 9 kg addormentato nella teca di cristallo. Vuol cercare di rompere l'incantesimo e si appresta a baciare il denticione quando ci chiamano perché le pizze da portare via sono pronte. Dopo la pizza e la zucchina lunga cucinata da Ketty (ma perché???!!!!) Nico cade addormentata, il comandante e la comandanta passeggiano per il paese, Antonio e Ciro sugli scogli del porto antico ragionano sul passato e sul futuro...

jueves, 21 de agosto de 2014

Favignana...io ti so

Salutata Lindarella, facciamo 75 lemuri di nafta e ripartiamo alla volta di Favignana. Apprendiamo la triste notizia che il nostro compagno di scuola, Paolo, pilota di tornado ci ha lasciato...era un bravo ragazzo. Traversata stile Capo Horn (lo diciamo solo perché non ci siamo mai stati....ancora!!!!). Pranziamo con friselle al pomodoro e insalata. A Favignana, senza chiedere niente a nessuno, ormeggiamo al molo libero. Ormeggio spettacolare. Il comandante Blyth è radioso, si complimenta, non abbiamo fatto nessuna minkiata. Incredibile. Il cielo però è nuvoloso e minaccia pioggia. Vorremmo fare un bagno ma facciamo solo un giretto con il tender intorno alla tonnara. Doccia, visita alla villa Florio. Lasciamo il segno del nostro passaggio. Firma e foto da veri Fissas in stile 1800. Passeggiata chilometrica verso la costa opposta al porto. Il comandante Blyth oppone resistenza!!! Ma siamo a terra e la sua autorità è nulla. Viene trascinato in guisa di corpo morto verso il fatale destino. Del resto a Ketty va di camminare: Sebastiano, sei fottuto. Finiti per caso in un vecchio cantiere navale/porticciolo, i Fissas vengono a colloquio con due picciotti autoctoni. Si lamentano degli eccessivi ruppi di scirocco e confidano nell'arrivo della tanto sospirata "bonaccia fitusa". È un istante, un momento, Antonio si illumina di immenso. Ha capito che presto arriverà una "bonazza fitusa" e subito pensa a una biondona che non conosce le basi dell'igiene personale. No Antonio, è solo l'assenza di vento. Cocktail arrangiato sulla spiaggia. Rientro per una strada buia e tempestosa. Fulmini e saette all'orizzonte, per giunta pioviggina. Gelato e rientro a nanna...burraco, si dorme divinamente.